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Etichettatura: Martina, ci faremo sentire a Bruxelles

21 Maggio 2015

(Da www.euractiv.it)

Formaggi

Il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina annuncia battaglia a Bruxelles sull'etichettatura alimentare. I report pubblicati dalla Commissione europea sul tema dell'indicazione d'origine obbligatoria degli alimenti, fa sapere Martina, sono al di sotto delle aspettative italiane.

Due i rapporti pubblicati dalla Commissione europea, su richiesta del Consiglio e del Parlamento Ue, nell'ambito del Regolamento n. 1169/2011, per esplorare il potenziale impatto di un sistema di etichettatura che renda obbligatoria l'indicazione di origine per alcuni prodotti alimentari.

Il primo esamina la fattibilità delle diverse opzioni per l'etichettatura di origine obbligatoria per i prodotti lattiero-caseari e per le carni minori, in particolare la carne di cavallo, coniglio, la selvaggina e gli uccelli di allevamento e selvatici, dal momento che le norme in materia di etichettatura sono già in vigore per le carni bovine, suine, ovine e caprine e per il pollame. Secondo la ricerca, i consumatori non sarebbero disposti a pagare di più per le informazioni sulla provenienza di queste carni e ci sarebbero costi aggiuntivi difficile da sostenere per alcune imprese. L'indicazione d'origine obbligatoria, quindi, sarebbe da evitare, a favore di quella facoltativa.

La seconda relazione si concentra invece sulla richiesta di maggiori informazioni sulla provenienza dei prodotti alimentari non trasformati, degli ingredienti dei singoli prodotti e in particolare di quelli che rappresentano il 50% della composizione di un alimento. La conclusione è che i consumatori sono piuttosto interessati all'etichettatura di origine per queste categorie di alimenti, molto meno, invece, a quella per carni e prodotti a base di carne e lattiero-caseari. Anche in questo caso, secondo la Commissione, considerando costi, benefici e impatto sulla concorrenza nei mercati interno e internazionale, la soluzione migliore è rappresentata dall'etichettatura su base volontaria.

L'idea che i benefici dei nuovi requisiti di etichettatura non siano sufficienti a ripagare i costi aggiuntivi connessi al passaggio all'indicazione d'origine obbligatoria conferma la linea sostenuta da diversi paesi Ue, ma contraddice i risultati della consultazione pubblica condotta in Italia dal Ministero delle Politiche agricole. Non a caso, il ministro Martina si dice insoddisfatto dei report e deciso ad affrontare la questione in Europa basandosi sulle risposte dei consumatori italiani: per oltre il 96% dei 26.500 cittadini che hanno partecipato alla consultazione pubblica, infatti, l'origine degli alimenti deve essere indicata in etichetta.

“Ci aspettavamo molto di più dalla Commissione europea sul fronte dell'indicazione d'origine obbligatoria degli alimenti”, commenta Martina, annunciando che l'Italia farà sentire la propria voce nel Consiglio dei Ministri dell'Agricoltura dell'Unione, per garantire informazioni trasparenti al consumatore sulla provenienza delle materie prime. “Nell'anno di Expo, mentre l'Italia si candida a guidare il dibattito sullo sviluppo agricolo globale, non possiamo accettare di stare fermi o fare passi indietro su un punto decisivo come quello dell'etichettatura”, conclude il ministro.

Author: maya* / photo on flickr